La Primadonna del Rinascimento: Isabella d'Este (1474-1539)

 

 Uno dei ritratti di Isabella dipinto da Tiziano - Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=159534

Il suo motto era: Nec spe nec metu; né con speranza né con timore. 
Isabella d'Este è stata una figura cardine del Rinascimento italiano, sia come riferimento culturale (fu una dei più grandi mecenati), sia come ruolo politico, il che ai suoi tempi era senza dubbio un'eccezione, anche se non così infrequente; il modo in cui affrontò  governo le causò molta fama ma anche insulti e incomprensioni. Una donna da cui non si prescinde se si vuole studiare questo periodo storico.

Si potrebbe dire che la sua grandezza è evidente già dal nome: per tutti è Isabella d'Este, per quanto la sua vita sia trascorsa di fatto a Mantova come moglie di Francesco II, e quindi marchesa consorte Gonzaga. Eppure è passata alla storia con il patronimico estense; con il cognome paterno e non del marito, diremmo oggi; e non mancò di intervenire finché poté anche nella storia di Ferrara e nei conflitti che i suoi numerosi fratelli ebbero. 



Su di lei le notizie non mancano, grazie ai documenti della cancelleria di Mantova, l'archivio Gonzaga, e al suo epistolario di 30.000 lettere, nonché alle molte opere d'arte che ella patrocinò, dai ritratti alla letteratura, dalla musica alla poesia. L'elenco degli artisti che lavorarono per lei è lunghissimo e comprende i grandi maestri del tempo.

Isabella nacque a Ferrara il 17 maggio 1474, primogenita amatissima del duca di Ferrara Ercole I e di Eleonora d'Aragona, figlia del Re di Napoli.
bbe una formazione culturale eccellentissima alla corte estense, a cui aggiunse una intelligenza spiccata. Abile nel latino e nel greco, ottima musicista, cantante e ballerina, fu in grado fin da giovanissina di discutere di arte e anche di politica. 
Si dice che fosse apprezzata come lineamenti ma che fosse fin da giovane afflitta da una forma di pinguedine, oggi diremmo obesità, forse a causa di qualche disordine fisico. È comunque passata alla storia come una donna di fascino anche se non proprio attraente. Sicuramente teneva alla sua immagine, tanto da chiedere di essere abbellita nei ritratti eseguiti in età matura. Per questo è difficile conoscere le sue vere fattezze: abbiamo numerosi quadri in cui è raffigurata in maniera alquanto contraddittoria. 
Oltre a ciò, assieme alla sorella Beatrice che in questo le fu superiore finché visse, potremmo definirla una influencer di moda dell'epoca: faceva tendenza nelle corti italiane ma anche europee, acquistando appositamente stoffe francesi e lanciando nuove mode nell'abbigliamento, soprattutto nelle pettinature. Nella foto in alto, potete notare una sua invenzione: la capigliara, acconciatura di capelli e nastri di seta intrecciati, avvolti poi in una rete tempestata di pietre preziose o perle. 

A soli sei anni fu promessa sposa a Francesco II Gonzaga, erede del marchesato di Mantova, di otto anni più anziano. I due negli anni di fidanzamento si apprezzarono, e forse non sarebbe stato un matrimonio per certi versi infelice, se solo Francesco non fosse stato un uomo di smodati appetiti, anche per quei tempi in cui al maschio era concessa ampia libertà. 
Egli morirà per una grave forma di sifilide e certi suoi eccessi misero a rischio in qualche occasione anche la sua condotta di governo; famosa la liaison con la bella cognata Lucrezia Borgia, che aveva sposato il duca d'Este Alfonso, fratello di Isabella; tra le due donne pare non corresse affatto buon sangue e l'impressione è che Isabella la considerasse con un certo indifferente disprezzo; non sappiamo cosa ne pensasse invece Lucrezia, che era una donna più pacata, forse più dolce. 
Francesco ebbe numerose altre donne, ben tre figli fuori dal matrimonio e da alcune lettere emerge un apprezzamento, forse non solo goliardico, per giovani ragazzi. 
Non era un uomo del tutto privo di finezze, ma la moglie gli era intellettualmente superiore; egli restava un militare, uomo da campo di battaglia piuttosto che da dibattiti culturali. Questa moglie ingombrante era da lui contemporaneamente amata e odiata per la sua indipendenza di giudizio e per la manifesta superiorità. 

Pochi giorni dopo il fidanzamento, Isabella fu chiesta in sposa da Ludovico il Moro, signore di Milano, che aveva espresso ammirazione nei suoi confronti, ma essendo già promessa fu concluso il fidanzamento di Ludovico con la sorella Beatrice che diventerà quindi duchessa di Milano. 
I due matrimoni si svolsero nel 1490 e nel 1491 (Isabella aveva 16 anni) e le due ragazze si trasferirono rispettivamente a Mantova e a Milano.

Alla corte mantovana, in assenza del marito il quale era un condottiero militare, divenne sua migliore amica e confidente la cognata, Elisabetta Gonzaga, sorella di Francesco, la quale sposò nel 1488 il duca di Urbino Guidobaldo da Montefeltro. Con Elisabetta Isabella scambierà numerose lettere, che ci sono utili per ricostruire l'aspetto privato della marchesa. 
I rapporti con la sorella Beatrice rimasero quasi sempre buoni fino alla morte di lei, avvenuta nel 1497, ma furono molto stretti e cordiali anche i legami con Ludovico, con il quale ebbe un rapporto di reciproca stima intellettuale, tanto che nacquero pettegolezzi su possibili relazioni anche sentimentali  (Beatrice non sembra abbia mai sollevato problemi, mentre li aveva sollevati per altre relazioni del Moro, e la diceria fu seccamente smentita dal padre).
Fu questo uno dei motivi per cui Francesco II non gradiva che la moglie si recasse spesso a Milano. L'altro motivo di allontanamento fu la politica: l'alleanza con Venezia, conclusa nel 1489, comportò l'abbandono della  classica amicizia dei Gonzaga nei confronti del Ducato di Milano.
 
L'unico screzio personale tra le due sorelle sembra che si sia verificato a causa dell'invidia di Isabella per la maternità di Beatrice: ella ebbe subito due figli maschi, mentre Isabella non riuscì ad avere subito figli e le prime due furono due femmine, mentre lei teneva tantissimo ad avere un maschio che fosse erede. Forse ci teneva più del marito, che infatti amò molto la primogenita Eleonora, nata nel 1493; mentre Isabella non la predilesse maiparticolarmente. La bimba fu "adottata" dalla zia Elisabetta Gonzaga, che non ebbe mai figli per problemi del marito; dopo la guerra contro Cesare Borgia e la perdita di Urbino, Isabella decise di dare Eleonora in sposa al nuovo Duca di Urbino, Francesco Maria Della Rovere, e la nipote richiamò la zia ad abitare nel Palazzo Ducale.

Tutto l'affetto di Isabella fu invece rivolto verso il figlio Federico, nato nel 1500 nel giorno del compleanno della madre, il 17 maggio. Egli successe al padre prima cone marchese e poi fu nominato Duca di Mantova dall'imperatore Carlo V.
Questo a dimostrazione che Isabella non era priva dei pregiudizi tipici del suo tempo. Non sapremo mai, credo, se comunque ha fatto l'interesse dei figli facendo sì che avessero tutti posizioni di rilievo, o se pensasse matrimoni, cardinalati, monacazioni esclusivamente in termini di realpolitik. Certo invece fu il dolore per la perdita in tenera età di due bimbe. Ebbe in totale 8 figli: Eleonora duchessa di Urbino; Margherita e Livia Osanna, morte nell'infanzia; Federico duca di Mantova: Ippolita e Livia, monache; Ercole, che divenne cardinale, e Ferrante, condottiero militare, conte di Guastalla, viceré di Sicilia e governatore di Milano per conto di Carlo V. 

Leonardo da Vinci, Ritratto di Isabella d'Este -Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79787409

Per cosa divenne famosa Isabella d'Este? In primis per la sua cultura e il suo ruolo di mecenate. Fu la prima donna a farsi costruire due "studioli", uno nel Palazzo Ducale e uno nella sua seconda residenza; erano le stanze in cui collezionava opere d'arte come dipinti, arazzi, medaglie, statue, gioielli (purtroppo adesso in gran parte disperse in vari musei d'Europa). 
Fu benefattrice di Ludovico Ariosto, del Bembo, di Baldassarre Castiglione, di Pietro Aretino, e molti altri letterati. 
In ambito artistico, a lei dobbiamo delle splendide opere del Mantegna, di Correggio, del Perugino, diversi ritratto del Tiziano; ebbe contatti con Rubens, Michelangelo e Leonardo da Vinci. 

Parlando di Leonardo, in particolare, recentemente è stato ritrovato un cartone in Svizzera che rappresenterebbe Isabella d'Este (vedi foto sopra): è uno schizzo a carboncino di una donna di profilo, che pare assomigliare molto alla Gioconda. Sicuramente c'è la mano di Leonardo ma con molta probabilità il disegno che vediamo oggi è stato rimaneggiato da alcuni discepoli del maestro.
Siccome dalle fonti pare che Leonardo abbia ritratto Isabella, dopo sua notevole insistenza, e risulta che ella si sia più volte lamentata del fatto di non aver mai ricevuto il dipinto, alcuni studiosi hanno ipotizzato, vista la rassomiglianza tra il suddetto cartone e la famosa Monna Lisa, che in realtà la Gioconda sia la stessa Isabella d'Este. Ipotesi affascinante ma tutt'altro che certa; anzi, ha suscitato diverse critiche e al momento non è la più accreditata; ma esiste anche questa possibilità e mi è parso giusto riportarla, pur con tutta la prudenza del caso.



Canzoniere di Isabella del 1480 circa, Biblioteca Casanatense Roma
  Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47530867

Altro enorme merito di Isabella è stato il suo ruolo politico. E qui necessita una spiegazione della situazione del tempo. I ducati di Ferrara e Mantova erano piccole signorie in confronto agli altri grandi centri politici italiani, come Roma, Venezia e Milano. Ancora più piccoli se pensiamo all'intervento su territorio italico delle grandi potenze europee, la Francia e la Spagna, che si combatterono a spese del territorio della penisola. Eppure Isabella e Francesco riuscirono nell'intento di mantenere intatto il loro possedimento, in un vero e proprio gioco di scacchi con i principali interlocutori politici dell'epoca.

Isabella era abituata a discutere di politica e a Mantova si trovò spesso a dover prendere decisioni in assenza del marito. Fu molto amata dal popolo mantovano che vedeva in lei una sovrana capace oltre che potente. E anche lei amava il suo popolo, parlandone sempre in termini positivi e lacerato per la difesa della città e del contado. Come il marito (e forse più di lui) teneva alla dinastia, e su questo il loro vedere era comune; pur con qualche fastidio da parte di Francesco nel sentirsi a volte scavalcato. Di fatto però lavoravano entrambi a uno scopo: avere garanzie dalle potenze vicine sull'integrità di Mantova (e anche di Ferrara ove possibile. La città era governata da Alfonso d'Este ma dilaniata dalle contese con altri due fratelli, con cui Isabella tentò invano di fare mediazione: per una congiura fallita, il fratello Ferrante morirà dopo anni di carcere e l'altro, Giulio, fu scarcerato dopo una lunghissima detenzione, mentre un terzo fratello, Ippolito, rimase sempre a fianco di Alfonso). 

Il momento forse più difficile per Isabella fu la cattura di Francesco Gonzaga da parte dei veneziani, che lo tennero prigioniero dal 1509 al 1510. Isabella divenne così anche capo militare e trattò a lungo con il papa e i veneziani perché fosse liberato, ma contemporaneamente lavorando per difendere la Signoria, che doveva poi passare al figlio Federico. Alla fine riuscì a dare garanzie sulla affidabilità di Mantova sullo scacchiere internazionale, inviando come "ostaggio" alla corte papale di Giulio II proprio il figlio Federico, che era ancora un bambino. Decisione terribile, ma il papa trattò bene il ragazzo, che poté dopo qualche anno tornare a casa con tutti gli onori e soggiornò per un periodo anche alla corte del re di Francia.
Francesco però non gradì la trattativa portata avanti dalla moglie, accusandola di aver di fatto ritardato la sua liberazione cercando per quanto possibile di estrometterla dal governo. 
Fu in questo periodo che la marchesa fu definita nelle lettere "putana" sia dal papa Giulio II, che pure non era certo un monaco eremita cone idee (non per nulla è passato alla storia come il Papa guerriero), sia dal marito. Come spesso succede alle donne di carattere, non potendola attaccare nel merito, si preferiva insultare.

Isabella, una volta tornato il Gonzaga a casa, iniziò a viaggiare in Italia, piuttosto che soggiornare a Mantova senza poter partecipare al governo della città, e continuando nel contempo a stringere rapporti e alleanze con le famiglie più potenti, per consolidare il futuro ruolo di Federico e ottenere il titolo di cardinale per il figlio Ercole, che aveva destinato alla carriera ecclesiastica e che diventò effettivamente un porporato nel 1528.

Nel 1519 Francesco II morì. Il figlio non aveva ancora raggiunto la maggiore età e Isabella divenne reggente di Mantova fino al 1521. Furono anni di studio e di impegno per mandare avanti il regno. E furono anni difficili perché Federico, piuttosto che seguire le indicazioni materne, sembrava avere altri interessi. In particolare, si era innamorato di una donna nobile, Isabella Boschetti, da cui ebbe due figli e per la quale fece costruire il bellissimo Palazzo Te. 
Isabella detestava la Boschetti, che considerava una arrampicatrice sociale. Fece di tutto per separarli e fu coinvolta (forse in parte anche responsabile) in un vero e proprio scandalo matrimoniale.

Federico secondo gli accordi doveva sposare Maria Paleologa, probabile erede della marca del Monferrato, in quanto il fratello Bonifacio era di salute precaria. 
Le carte erano state firmate quando erano bambini, ma si attendeva l'età canonica della sposa. Federico, visto che Bonifacio contro ogni aspettativa sembrava sopravvivere, e quindi sfumava l'eredità, organizzò un finto complotto, accusando Maria e la madre Anna di Alençon di aver tentato di avvelenare la Boschetti, ottenendo così l'annullamento del matrimonio da parte del papa. 
A questo punto l'imperatore Carlo V gli offrì in sposa la zia di Maria, Giulia, più anziana di Federico e su cui giravano voci di sterilità. Ma non si poteva facilmente negare il consenso all'imperatore Carlo, che era l'uomo più potente al tempo. 
Alla fine il colpo di scena: Bonifacio morì in un incidente a cavallo. A quel punto Federico si interessò di nuovo a Maria e il papa fu invitato a riconsiderare valido il matrimonio. Cosa che accettò di fare. Solo che anche Maria morì improvvisamente,solo cinque giorni dopo, senza poter arrivare a Mantova. Ella fu completamente riabilitata dai sospetti di avvelenamento; i Gonzaga non fecero certo una bella figura. Alla fine tutto fu sistemato annullando il fidanzamento con Giulia in cambio di una ingente somma di denaro, e Federico sposò la sorella minore di Maria, Margherita, ereditando così il desiderato Monferrato. E continuando ad amare Isabella Boschetti contro il volere della madre.

Il conflitto tra madre e figlio col tempo si acuì a tal punto che Federico proibì addirittura ai funzionari della cancelleria di stato di dare informazioni di qualsiasi tipo a Isabella; ella decise allora di partire per Roma,  dove contava di ottenere il titolo cardinalizio per Ercole e dove fu testimone attiva del Sacco di Roma del 1527.
Il palazzo dove alloggiava fu l'unico a non essere saccheggiato (suo figlio Ferrante e suo nipote Carlo erano a capo di una parte delle truppe imperiali) e molti nobili romani furono accolti e salvati (anche se probabilmente fu necessario pagare un riscatto e Isabella stessa trovò modo di raccogliere alcune opere d'arte; avute in dono per ringraziamento? O depredate? Non lo sappiamo. Fatto sta che furono spedite a Mantova ma non arrivarono mai a destinazione e andarono perdute).

Negli ultimi anni di vita si ritirò nella sua residenza secondaria a Mantova; dal 1529 fino alla morte governò il piccolo comune di Solarolo, che faceva parte dei domini Gonzaga. 
Fece testamento nominando eredi i figli e la nuora Margherita Paleologa. 
Morì per una malattia al ritorno di un viaggio a Venezia, il 15 aprile 1539, e fu sepolta nella tomba dei Gonzaga, nella Chiesa di Santa Paola. Ma i suoi resti non sono più presenti all'interno del sarcofago. Se ne ignora il motivo.
Il figlio Federico la seguirà nel 1540, ancora molto giovane, soccombendo alla sifilide come suo padre, e lasciando a sua volta come reggente del figlio minore la moglie legittima Margherita, che si dimostrò piuttosto all'altezza del ruolo, anche se non raggiunse le vette e la popolarità della suocera.


Chiesa di Santa Paola a Mantova
By Nicola Quirico - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=83596895


Sintetizzare in un solo breve articolo una tale figura è impossibile e molto ho tralasciato. 
Dare un giudizio storico su Isabella d'Este è complicato anche per storici di professione. Sicuramente fu una personalità non comune e influì moltissimo sulla cultura e la politica del tempo. 
Donna coltissima e di viva intelligenza, ammirata da molti contemporanei, superiore per giudizio e ruolo a molti uomini e donne del suo tempo, non mancò di vivere con ben chiare le prospettive di potere e sacrificando molto, se non tutto, ad esse. 
L'impressione è che avesse coscienza del valore del casato di cui faceva parte e che quello fosse il suo riferimento principale. 
Oggi ci salta all'occhio anche una certa ambivalenza verso le figlie femmine; una maritata lontano e forse mai amata, altre due monacate a Mantova (famosa la sua frase: ho dato loro un genero di cui non lamentarsi). Mentre la carriera dei figli maschi, specie dell'erede, era il suo chiodo fisso. E forse la più grande delusione gliela ha data proprio il suo prediletto. 
Chissà se il rapporto con le figlie era davvero controverso oppure se ha comunque cercato di dare loro una buona posizione. Gli affetti erano diversi, difficilmente i genitori nobili si occupavano direttamente dei figli e i rapporti erano più distanti di quanto sia comune oggi. 
Forse un tratto caratteriale negativo che emerge è la gelosia: la rivalità con la sorella, meno amata dai genitori e meno colta (fu educata alla corte di Napoli dai nonni e non a Ferrara) ma più bella; la rivalità amorosa con Lucrezia Borgia; l'odio per la favorita del figlio; alcuni sottolineano come anche la figlia Eleonora fosse considerata bella... Insomma, ci si potrebbe leggere un certo tormentato disprezzo nei confronti di figure femminili avvenenti.
Comunque Isabella è riuscita a diventare una icona, nonostante non fosse una bellezza, e nonostante il proprio sesso. Se fosse stata uomo la paragoneremmo forse a un Lorenzo il Magnifico. 


Medaglia di Isabella d'Este di Gian Cristoforo Romano - Foto Di Mitglied5 - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=44820746






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- Per immergersi in modo piacevole nel periodo storico e conoscere meglio la figura di Isabella d'Este, è imprescindibile, anche se opera di fantasia, il romanzo di Maria Bellonci Rinascimento privato (Premio Strega nel 1986). Si tratta di una immaginaria autobiografia di Isabella, in cui le vicende storiche, documentatissime, si affiancano a valutazioni personali e sentimenti comuni. Un capolavoro assoluto sia come aspetto letterario che come accuratezza storiografica. E forse vi farà affezionare alla protagonista e a vedere le cose da un punto di vista diverso (anche se non propriamente r). 

- Per una biografia dettagliata rimando al capitolo apposito della Treccani che è molto esauriente e ha una bibliografia sterminata

- Infine, per il reparto videoteca possiamo guardare la puntata de Il Tempo e la Storia del 2017 dedicata a Isabella d'Este, disponibile su Raiplay.






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