Mohandas Karamchand Gandhi 2 ottobre 1869 - 30 gennaio 1948

Ricorre oggi l'anniversario dell'assassinio da parte di un'estremista indù di una delle figure più note del secolo scorso: il Mahatma ("grande anima", soprannome datogli dal poeta Tagore), detto più semplicemente dal popolo "bapu", cioè "padre".
Fu avvocato, filosofo, leader politico e religioso, l'ideatore della Satyagraha: traducibile come non collaborazione, non violenza, indica l'opposizione al potere costituito tramite picchettaggio non violento, sciopero, marce simboliche. Questo sistema portò alla capitolazione la Gran Bretagna e avrebbe più tardi segnato la storia anche negli Usa nella figura di Martin Luther King, in Sudafrica con Nelson Mandela, più recentemente in Birmania con Aung San Suu Kyi.

"Gandhi and Kasturbhai 1902"autore sconosciuto -
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Gandhi nacque da una famiglia di piccoli commercianti. All'età di 13 anni secondo la tradizione indù sposò la allora quattordicenne (e sua moglie fino alla morte) Kasturba. Ebbero quattro figli. Gandhi condannerà duramente le regole della sua casta, in particolare quelle contro gli intoccabili e appunto la tradizione dei matrimoni infantili, purtroppo ancora presente.

Studiò come avvocato in Inghilterra, e al suo ritorno non ebbe particolare successo nella professione, anche perché era uomo mite e non abituato a parlare in pubblico. La svolta si verificò nel 1893, quando una ditta indiana che lavorava nel Natal (Sudafrica) lo assunse e lo inviò in loco per difendere una causa.

In Natal Gandhi restò, con occasionali rientri in patria, per ben 21 anni. Questo significò conoscere l'apartheid riservato ai neri e ancor più subire sulla propria pelle le umiliazioni di stampo razzista perpetrati dai bianchi e dal governo inglese stesso contro gli immigrati indiani che lavoravano là. Anch'essi erano considerati razza inferiore, dovevano cedere il posto sui mezzi pubblici, venivano scherniti per abbigliamento e usanze, obbligati a togliere il turbante contro la loro volontà.
In questa situazione Gandhi maturò la sua consapevolezza e iniziò il suo tirocinio da leader, fondando il Natal Indian Congress, indicendo manifestazioni, proteste, scioperi  contro leggi disumane come la non validità dei matrimoni non cristiani e la sovratassazione dei lavoratori stranieri.
All'inizio la tecnica della non violenza causò una feroce repressione, ma piano piano la crudeltà inflitta dalle forze dell'ordine a persone completamente inermi cominciò a suscitare clamore nell'opinione pubblica e gli scioperi iniziarono a dare i loro primi frutti. Il governo dovette ritirare le leggi considerate infami.

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Tornato definitivamente in India nel 1914, dopo accurati studi sulla religione induista e su autori europei di argomento politico, iniziò a diffondere anche qui il proprio metodo, basato su preghiera, digiuno, astinenza, fondando delle comunità dette "arsham" di tipo quasi monastico.
La sua fama si era già diffusa da tempo in patria, e aumentò sempre più quando iniziò a difendere i contadini, soprattutto i mezzadri, e i lavoratori indiani sfruttati dalla madre patria inglese per la produzione di materie prime importanti, come l'indaco. Famosa la Marcia del Sale, intrapresa per protestare contro una tassa iniqua che colpiva soprattutto le famiglie più povere.
Anche in questo caso ci furono repressioni feroci e Gandhi fu più volte incarcerato. Ad ogni arresto, rispondeva con lo sciopero della fame.

Nel 1919 entrò in politica attiva e divenne il leader del movimento indipendenzista dell'India dal colonialismo inglese. In questa ottica, difese i fratelli musulmani del califfato islamico, ritenendo che l'esistenza in vita dell'antico impero ottomano fungesse da limite allo strapotere inglese.
In questa ottica iniziò la politica di boicottaggio dei prodotti inglesi, che costrinse il governatore ad aprire un tavolo di confronto.

Di Partage_de_l'Inde.svg: historicair 17:15, 19 November 2006 (UTC)
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Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il partito di Gandhi rifiutò di appoggiare lo sforzo bellico inglese. Nel 1942, con la risoluzione Quit India, fu proclamata la rivolta non violenta totale. La repressione fu durissima, Gandhi fu tenuto prigioniero per due anni insieme alla famiglia. Il governo inglese, per indebolire il movimento anticoloniale, decise di cercare di soffiare sul fuoco della divisione religiosa tra induisti e musulmani, e ahimé riuscì nell'intento.
Nel 1947 l'India ottenne l'indipendenza ma fu divisa in due stati: nacque, per tutelare la minoranza islamica, uno stato prima inesistente, il Pakistan. I due neonati stati iniziarono subito dispute economiche e di confine che li portarono a uno stato di guerriglia permanente che purtroppo non è totalmente spenta nemmeno ai nostri giorni.
Gandhi visse questa divisione come una sconfitta, non avendo mai considerato l'islam come un nemico. La sua posizione moderata fu la sua condanna a morte: un estremista del partito politico nazionalista indù lo giustiziò con tre colpi di pistola mentre si recava a pregare, a New Dehli.

E' impossibile ovviamente condensare in poche righe una figura così imponente dal punto di vista, storico, culturale, filosofico e religioso. Per chi volesse approfondire l'argomento segue elenco delle fonti per me più affidabili per comprendere al meglio questo grande uomo.

Link correlati:

- Wikiquote riporta una pagina molto densa di citazioni da discorsi, interviste, opere di Gandhi. Meglio andare direttamente alla fonte, no? Gandhi ha scritto anche una autobiografia.

- Una delle opere mediatiche migliori sul Mahatma è senza dubbio il film di Richard Attemborough del 1982, intitolato semplicemente "Gandhi" e interpretato da Ben Kingsley. Qui la scheda.

- Per indagare il punto di vista più strettamente connesso alla spiritualità e al pacifismo, può essere interessante lo stralcio di una conferenza di Daisaku Ikeda riportato dal sito dell'Istituto buddista Soka Gakkai.

- Un libro su Gandhi a tutto tondo è invece quello di Christine Jordis, edito da Feltrinelli nel 2008.





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