Giorgio Ambrosoli (1933-1979)


Di ignoto - coll.priv. (L'Europeo 2006, n.4 - in Gli illustrati del Corriere della Sera),
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"Anna carissima,è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I., atto che ovviamente non soddisferà molti e che è costato una bella fatica. Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese. Ricordi i giorni dell'Umi, le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo e ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: e hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo. I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro.. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi (...) Giorgio."



Quella citata è una lettera di Giorgio Ambrosoli, scritta nel 1975 e indirizzata alla moglie (tratta dal sito di Libera: l'associazione contro le mafie di don Luigi Ciotti).

Ambrosoli era un avvocato milanese. Nel 1974 fu nominato dall'allora governatore della Banca d'Italia Guido Carli liquidatore della BPI, Banca Privata Italiana, istituto di credito appartenente a Michele Sindona. Era il risultato della fusione di due istituti preesistenti, che già erano in pessime condizioni; ben presto anche la nuova nata si trovò sull'orlo del crack finanziario. 
Michele Sindona era un personaggio pericoloso: finanziava affari illeciti, aveva contatti con la P2 di Licio Gelli, con lo IOR e monsignor Marcinkus, con l'area della DC facente capo ad Andreotti e Forlani, con la magistratura siciliana e con la mafia stessa. 

Ambrosoli, nel suo ruolo di liquidatore, scoprì tutta una serie di gravi irregolarità commesse da Sindona, che grazie ai suoi appoggi pare avesse goduto di una totale libertà di manovra e di una quasi assoluta sicurezza di uscirne impunito. In cinque anni di lavoro, durante i quali prima si tentò di corromperlo e poi lo si minacciò, Ambrosoli riuscì a completare la procedura di liquidazione e a impedire, come richiesto a gran voce da Sindona stesso e anche dalla politica il salvataggio di Stato. Anche alcuni uomini di punta della Banca d'Italia si trovarono coinvolti nell'inchiesta.

Il 10 luglio del 1979 l'avvocato Ambrosoli testimoniò in una rogatoria internazionale per il crack di un altro istituto finanziario riconducibile a Sindona in territorio statunitense. Il 12 avrebbe dovuto sottoscrivere la documentazione necessaria a convalidare la testimonianza.
Fu assassinato da un killer italoamericano, assoldato su incarico di Sindona stesso, la sera dell' 11 luglio 1979, mentre rientrava a casa. Lasciò la moglie e quattro figli.


Michele Sindona e il killer Robert Venetucci - Di ignoto - coll.priv.,
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Al suo funerale non fu presente nessuna carica dello stato. Solo nel 1981, con la scoperta delle carte di Licio Gelli e dell'esistenza della loggia massonica P2, fu possibile capire chi aveva avuto interesse a salvare Sindona e quindi ad aver preparato la morte di Giorgio Ambrosoli. Il killer Robert Venetucci e Sindona stesso furono condannati nel 1986; i mandanti, sconosciuti. 

Nel 2010, durante una intervista al programma "La Storia siamo noi", Giulio Andreotti fece la seguente dichiarazione:

Giornalista: "Secondo lei perché Ambrosoli è stato ucciso?"
Giulio Andreotti: "Questo è difficile, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo è una persona che in termini romaneschi 'se l'andava cercando".

La frase fu ovviamente causa di polemica rovente e Andreotti si disse dispiaciuto per il fraintendimento.

Nel 1999 Giorgio Ambrosoli è stato insignito della Medaglia d'oro al valor civile. Con molti anni di ritardo.

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- Ci sono due testi fondamentali da leggere per comprendere maggiormente la figura di Ambrosoli.
Il primo è "Un eroe borghese" di Corrado Stajano, da cui è stato tratto l'omonimo film di Michele Placido. Il secondo è il libro scritto dal figlio Umberto Ambrosoli, "Qualunque cosa succeda".

- "Qualunque cosa succeda" è anche il titolo della puntata de "La Storia siamo noi" dedicata a Giorgio Ambrosoli, nonché di uno sceneggiato andato in onda su Raiuno nel 2014 e che potete trovare sul sito della Rai.








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