Dietrich Bonhoeffer e la Chiesa Confessante tedesca

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Chi non grida con gli ebrei non può cantare il gregoriano



Quando un pazzo lancia la sua auto sul marciapiede, io non posso, come pastore, contentarmi di sotterrare i morti e consolare le famiglie. Io devo, se mi trovo in quel posto, saltare e afferrare il conducente al suo volante






Dietrich Bonhoeffer nasce da genitori berlinesi a Breslavia (odierna Wroclaw in Polonia, ma all'epoca parte dello stato tedesco) il 4 febbraio 1906, sesto di otto fratelli. La sua famiglia è una famiglia colta (padre psichiatra, madre laureata che fa da insegnante ai figli) e di rango piuttosto nobile, di religione luterana non strettamente praticante. Una famiglia molto legata anche se sobria nelle manifestazioni. Dimostra una grande intelligenza e un buon talento musicale, oltre alla passione per le materie classiche, ma sorprende tutti scegliendo a 18 anni (1924) di studiare teologia a Berlino. La famiglia, pur manifestando dei dubbi sull'utilità della materia nel mondo moderno, non lo contrasta.





Termina gli studi in tempo record e le sue prime opere dimostrano una complessità notevole per l'età che ha. 
Sceglie di insegnare, e sarà sempre l'attività che amerà di più. Non potendo ancora essere ordinato pastore perché troppo giovane, viaggia: prima a Barcellona, poi a New York è studente allo Union Theological Seminary, dove ascolta il gospel che poi farà conoscere ai suoi allievi. Questo afflato internazionale gli procurerà amicizie importanti e lo farà diventare una sorta di ambasciatore tra la Chiesa Confessante tedesca e quella di altre nazioni, contribuendo ai primi sviluppi di ecumenismo.
Nel 1931 rientra in patria, viene ordinato pastore, e insegna teologia fino al 1933 a Berlino. Si avvicina alla teologia dialettica di Karl Barth, teologo e filosofo svizzero, che sostiene una posizione particolare, che gli aliena sia conservatori che liberali, in quanto all'inizio sostiene la totale alterità di Dio rispetto al mondo e della fede rispetto alla ragione (anche se già dagli anni Trenta inizierà ad ammorbidire le sue posizioni conciliando i due opposti). 

Nel 1933 Hilter sale al potere in modo legale, divenendo cancelliere dopo la parziale vittoria elettorale, illudendo i suoi sostenitori politici di essere manovrabile. La Germania è uscita distrutta nell'economia e nel morale dalla Prima Guerra Mondiale e Hitler ha saputo crearsi un seguito tra gli scontenti. E anche tra i potenti, sostenendo la necessità di combattere ed estirpare il marxismo. Aveva già squadre paramilitari al suo servizio e l'incendio del Parlamento diviene la scusa per la stretta contro gli oppositori, mascherata da necessità di sicurezza. Vengono soppressi i partiti, gli oppositori sono assassinati o finiscono nei campi di prigionia, e nel 1934, morto il presidente Hindeburg, Hitler assume il potere su di sé divenendo ufficialmente dittatore. 

Bonhoeffer e la sua famiglia sono fin dall'inizio oppositori del regime. Karl Barth perde la cattedra di Gottinga e torna in patria a Basilea. Anche Bonhoeffer se ne va: il controllo sull'insegnamento è uno degli obiettivi principali del regime e lui insegna teologica legandola molto da vicino al mondo presente e alla politica. 
Parte per Londra, dove stringe amicizia con il vescovo anglicano George Bell.
Ma torna nel 1935, dopo aver meditato sul rimprovero di Barth che lo invita a rimanere a difendere il proprio paese. Qui diventa uno dei principali esponenti della Chiesa Confessante, aprendo un seminario clandestino  a Finkenwalde, vicino a Stettino. 

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Che cos'è la Chiesa Confessante? E' la parte di chiesa tedesca che rifiuta di uniformarsi alle direttive hitleriane. Hitler infatti si sta infiltrando nella chiesa in modo apparentemente non violento (secondo la strategia del concordato, che viene all'inizio seguita anche in Italia), riservando invece tutt'altro trattamento alle chiese austriache e polacche che conoscono fin da subito la repressione più feroce. Ma in Germania la chiesa è utile. La chiesa serve per consolidare il suo successo, ha bisogno di approvazione per la sua politica espansionistica e antiebraica. E trova appoggio da parte dei Deutschen Christen (Cristiani Tedeschi), una parte del clero che accetta la politica di pangermanesimo, la superiorità ariana, l'antiebraismo. Hitler nomina un vescovo unico del Reich, sollecita l'abbandono del Vecchio Testamento e riduce Cristo a una sorta di eroe ariano, dandogli dei connotati tipici dei vecchi miti germanici; viene anche chiesto di non consacrare pastori non ariani. 

Ora, la chiesa luterana fin dalle sue origini è sempre stata una chiesa senza capi assoluti, come è invece il Papa per i cristiani. La discussione è sempre stata più collegiale e spesso anche legata a scelte politiche, dipendendo molto il luteranesimo, almeno agli inizi, dall'approvazione del singolo potente. Inizia quindi una discussione interna particolarmente preoccupante. Alla fine i Cristiani Tedeschi non hanno la meglio, e restano in minoranza. Ma la maggioranza resta disorganizzata, in gran parte, e non nasce una vera e propria opposizione, se non da parte di piccoli gruppi. Ci sono vescovati che stanno coi nazisti e altri che invece li combattono coi mezzi che hanno. Don Milani anni dopo scriverà che se non fosse stato per i Confessanti, la Chiesa intera non avrebbe più potuto guardare in faccia un ebreo.

E' in questo quadro, appunto, che si pone prima la creazione di un gruppo di resistenza, creato da Bonhoeffer assieme ad un altro pastore berlinese, Martin Niemoller; poi nel maggio 1934 viene resa pubblica la Dichiarazione di Barmen, i cui sei articoli pare siano stati redatti dai teologi Karl Barth e Hans Asmussen. In sintesi, la Dichiarazione si rifà alla figura di Cristo come centrale (Christus solus) e rifiuta quindi che la Chiesa possa essere guidata dallo Stato, o da una singola persona, e che ha il diritto, qualora lo Stato compia azioni riprovevoli, di farlo presente anche se è e deve essere realtà separata. Né lo Stato sopra la Chiesa, né lo Stato sotto la Chiesa, insomma. La Dichiarazione diviene l'atto di nascita della Chiesa Confessante (Bekennende Kirche) e inizia così l'unico tentativo di resistenza al nazismo interno alla Germania. Pericolo che Hitler non sottovalutò affatto, considerando fin da subito Bonhoeffer e gli altri membri come nemici.
Bonhoeffer in particolare, grazie ai suoi legami all'estero, faceva da ponte con altre realtà luterane in Italia, Svizzera e con la chiesa anglicana, in una sorta di resistenza ecumenica europea. Niemoller all'inizio era stato conciliante con il nazismo, per poi pentirsene, finendo prigioniero per otto anni a Dachau (sopravvivrà). Tra l'altro, proprio Niemoller pare essere il vero autore dell'aforisma seguente, famosissimo, che spesso viene attribuito erroneamente a Bertold Brecht e che invece sembra sia stata tratta da un suo sermone: 

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare".

Bonhoeffer inizia in particolare anche una resistenza politica. Il seminario di Finkenwalde, dove insegnava ai giovani che uscivano dall'università in attesa di diventare pastori e dove aveva diffuso il gospel e una visione quasi monastica, viene chiuso dalla Gestapo nel 1937 con molti arresti. Perde ogni possibilità di insegnare e deve rendere conto dei suoi spostamenti. Avendo molte relazioni all'estero, nel 1939 ai primi venti di guerra parte per gli Stati Uniti, ma se ne pente e torna dopo breve tempo. Non  vuole lasciar solo il suo popolo. Torna e diviene parte del complotto contro Hitler assieme al cognato, al fratello e probabilmente ai servizi segreti britannici. Le accuse nei suoi confronti sono quindi fondate, anche se forse non è stato parte realmente attiva.

Nel 1942 si fidanza con la diciottenne Marie von Wedemeyer, a cui scriverà delle lettere che sono state pubblicate solo di recente, nel 1994, da Queriniana. Ma pochi mesi dopo, il 5 aprile del 1943, viene arrestato e portato nel carcere di Tegel. Ed è qui che, tenuto tutto sommato in buone condizioni, scrive le lettere e gli appunti che diventeranno poi, grazie all'amico fraterno Heberhaed Bethge, il libro postumo "Resistenza e Resa", forse quello più noto ai non addetti ai lavori. Le SS subodorano l'attentato contro Hitler, ma non hanno prove del loro effettivo coinvolgimento, e tengono i prigionieri in attesa di giudizio.
Infine, a luglio, l'attentato effettivamente avviene ma non riesce. Ormai la guerra è persa, l'Armata Rossa vicina, ma la vendetta è tremenda. Bonhoeffer viene fatto sparire all'improvviso e all'insaputa dei parenti, probabilmente viene spostato in vari campi di prigionia, finché viene internato a Flossenburg e, praticamente senza processo, viene strangolato, pare anche in modo disumano, il 9 aprile del 1945, pochi giorni prima della liberazione definitiva. Moriranno subito dopo anche il cognato e il fratello. Alla sua morte ha solo 39 anni e pur giovane è uno dei teologi più importanti del Novecento.

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La sua teologia analizza il ruolo di Dio e soprattutto di Cristo nel mondo moderno. Dio pare non servire più, ora che la scienza spiega tante cose. E' come se Dio ci avesse lasciato nel mondo senza più intervenire, e al cristiano spetta vivere nel mondo, affrontare le sfide del mondo moderno, accettarne la laicità e la pluralità di espressioni, e nonostante ciò sapere che Cristo è il fine ultimo. Famosa è la sua definizione di "Dio tappabuchi": un Dio che viene chiamato in causa quando pare che l'uomo non ce la faccia, a comando, quasi a dire ai credenti: vedete? Avete ancora bisogno di Dio e della Chiesa. Mentre Dio e il Cristo crocifisso ci invitano a vivere la vita senza sottrarsi ad essa, amando e soffrendo dentro il mondo. La coerenza del messaggio è tale che Bonhoeffer ha vissuto tutto questo in prima persona, mai sottraendosi. Le sue sono opere complesse da leggere, ma ancora oggi sono attualissime e non pienamente comprese nella loro modernità. La Germania e Berlino in particolare lo ricorda con varie lapidi e monumenti, dopo aver fatto i conti con il proprio passato.

Link correlati:

- L'opera forse più leggibile per chi non ha fondamenti di teologia (essendo a parere di molti i testi di Bonhoeffer particolarmente tecnici e complessi, specialmente quelli giovanili) resta "Resistenza e resa", dove la teologia diventa più pratica e si stempera tra lettere, ricordi, pensieri personali. 

- Due articoli interessanti sono quello di Gabriella Giudici, una sorta di biografia ragionata, e un articolo di Paolo Perazzolo su Famiglia Cristiana per una scoperta del significato teologico più profondo.

- Su youtube invece trovate un intervento di circa un'ora di Fulvio Ferrario, pastore valdese e docente di teologia, che ha scritto anche un libro su Bonhoeffer e che ho ascoltato con piacere anche su Radio Tre, ma la cui puntata integrale non sono riuscita al momento a recuperare. Credo che i contenuti siano comunque simili.

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