Letture: E si salvò anche la madre di Paolo Mazzarello








Cercavo da tempo questo libro, dopo averlo visto nella bacheca on line di un amico. Sono stata quindi felice di trovarlo, acquistarlo e leggerlo. Il testo si occupa infatti di una branca della storia molto particolare e affascinante: la storia della medicina. L'autore è Paolo Mazzarello, docente di storia della medicina all'università di Pavia e racconta con uno stile scorrevole una delle conquiste dell'ateneo, grazie al dottor Edoardo Porro, la cui intuizione rese possibile per la prima volta con grandi numeri la sopravvivenza della madre dopo un cesareo, fatto rarissimo all'epoca. Siamo nella seconda metà dell'Ottocento, quindi niente antibiotici, ancora nessuna conoscenza della microbiologia, ma Porro intuì che le povere partorienti morissero per infezione interna e riuscì ad ideare un metodo che sacrificava la fertilità della donna ma le consentiva di vivere.




Il nome "cesareo" viene falsamente attribuito a Giulio Cesare, che secondo la leggenda sarebbe nato con questo metodo. Ma è un falso storico, in quanto il cesareo in antichità voleva dire morte sicura delladonna, mentre la madre di Giulio Cesare morì vari anni dopo la nascita del figlio. In antichità ci sono testimonianze che il cesareo venisse effettuato, ma su donne già morte, sia in Grecia che in Oriente che nel mondo romano. Qui in particolare la Lex Regia di Numa Pompilio proibiva di seppellire le donne senza estrarre il feto; questa legge fu poi chiamata Lex Cesarea (715 a. C.) e il suo nome deriva non da Cesare bensì dal verbo latino caedo, che significa tagliare, il cui participio passato è caesum. E' invece probabile il contrario, come racconta Plinio il Vecchio nella Historia naturalis: e cioè che Giulio Cesare avesse questo cognome perché un suo antenato nacque probabilmente secondo i dettami della Lex Cesarea e quindi fu estratto ancora vivo da madre morta. Erano casi piuttosto rari e i bambini nati vivi erano chiamati cesones o cesares e venivano considerati molto fortunati e destinati a grandi imprese (pare che una nascita simile fosse stata attribuita anche a Scipione l'Africano oltre a Cesare stesso).
Tale legge si ritrova anche nel Corpus Iuris Civilis di Giustiniano che fu promulgato nel 534 d.C. e fu la base del diritto europeo fino all'epoca napoleonica.
Dopo l'avvento del cristianesimo, la pratica del cesareo su donna morta divenne comune per motivi religiosi, e cioè poter battezzare il feto che altrimenti sarebbe stato condannato al Limbo, come si credeva all'epoca: una sorta di Paradiso mancato a cui accedevano tutti i morti prima di Cristo e tutti i non battezzati (il Limbo come concetto teologico è caduto in disgrazia con l'avvento della modernità ed è stato prima retrocesso a verità non di fede e poi definitivamente abolito da papa Ratzinger nel 2007). La mortalità rimaneva vicina al cento per cento per le donne e comunque molto alta anche per i bambini.






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Il primo caso riferito di cesareo riuscito, ma non documentato,, pare sia avvenuto nel 1500 in Svizzera. Alcuni autori di fine Cinquecento riportano infatti come un certo Jacob Nufer, che era esperto di operazioni chirurgiche sui maiali, abbia operato un taglio sul fianco di sua moglie che soffriva di doglie ormai da tre giorni, senza che alcun rimedio ostetrico avesse funzionato, dopo aver ottenuto il consenso di lei e l'autorizzazione del giudice. Il bimbo nacque vivo e la donna fu suturata come si faceva all'epoca in veterinaria. La donna sopravvisse ed ebbe anche altri figli.
A fine Cinquecento però la gran parte dei medici riteneva inutile suturare la ferita uterina, che poteva riaprirsi con facilità a causa delle contrazioni, e sperava quindi in una rimarginazione spontanea che però accadeva assai raramente: ne consegue che le donne comunque nella gran parte dei casi morivano subito di emorragia o poco tempo più tardi di infezione. Di conseguenza il cesareo veniva praticato in casi estremi perché voleva dire morte quasi sicura per la donna, come ultima spiaggia, per tentare di salvare (spiritualmente se non fisicamente) almeno il bambino. Ed erano rari i medici che avessero potuto studiare o conoscere donne sopravvissute a un cesareo.
Nel caso invece si volesse salvare la madre si utilizzava l'aborto procurato a una età gestazionale anticipata, oppure l'embriotomia o la craniotomia, cioè la soppressione del feto che veniva tagliato per farlo espellere, non potendo uscire per via naturali.
Purtroppo non era inusuale che le donne trovassero difficoltà nel parto per problemi di conformazione del bacino, in quanto la malnutrizione in età infantile facilitava il rachitismo e la deformazione delle ossa, e non era per questo raro che molte donne si trovassero ad avere un bacino troppo stretto o con evidenti deformazioni che impedivano il parto per via naturale.
Fu nel Settecento che lo sviluppo della scienza medica e il progressivo scollarsi della pratica curativa da aspetti religiosi fece nascere i primi studi scientifici sull'argomento e si videro i primi progressi, anche se sempre viziati da un'alta mortalità, soprattutto delle madri.
Uno dei primi cesarei moderni riusciti, con sopravvivenza di madre e figlio, avvenne in Sudafrica grazie al chirurgo inglese James Barry nel 1826. Medico eccelso, laureato a soli 17 anni, con una folgorante carriera di responsabile di medicina militare dell'esercito, divenne famoso perché pare che alla morte fu scoperto avere sesso femminile, e non è stato ancora chiaramente stabilito se fosse effettivamente una donna travestita da uomo, e quindi la prima donna medico in incognito, o non fosse in realtà un caso di emafroditismo. A livello storico ci sono molte fonti ma nessuna è decisiva o totalmente attendibile, per cui forse non sapremo mai la verità.




Edoardo Porro - Licence Ouverte, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=60314534





Arriviamo quindi al fatto che racconta nel libro Paolo Mazzarello, e cioè all'intuizione del medico italiano Edoardo Porro, che stava studiando un sistema per migliorare la sopravvivenza della madre dopo un cesareo. Dopo aver osservato molte pazienti e fatto esperimenti su conigli, si era convinto che le donne operate morissero di emorragia o infezione e che la rimozione totale di utero e ovaie potesse essere una drastica ma efficace soluzione.
L'occasione si presentò con il nome e il fisico deformato di Giulia Cavallini, donna di origine modesta con una storia di grave rachitismo, tanto da avere avuto da piccola problemi di deambulazione, e il bacino talmente deformato da non consentire nessun tipo di intervento alternativo all'intervento.
Il 21 maggio 1876 Edoardo Porro praticò il cesareo su Giulia, estraendo una bambina viva e rimuovendo utero e ovaie, in modo da evitare emorragie e fonti di infezione, legando l'utero prima del tagli definitivo e fermando così il sangue, poi suturando i punti di resezione. Il peduncolo rimanente fu ricucito all'esterno, fuori dal ventre, in modo che non potesse infettare le pelvi. Il post operatorio non fu facile, ma Giulia piano piano si riprese e restò sterile, ma viva.
La tecnica di Porro venne discussa e anche aspramente criticata, ma fu approvata dal vescovo in nome del male minore (ed è interessante anche l'excursus del testo sulle tematiche religiose, essendo Porro credente ma "progressista"; siamo in effetti in un periodo in cui la Chiesa stessa iniziò per certi versi ad abbandonare il vecchio modo di intendere il mondo e ad affidarsi un minimo alla scienza) e dopo le iniziali polemiche fu seguita in tutta Europa. La mortalità per le donne calò dal 75% al 20%.
Da qui il titolo del libro: si salvò anche la madre.
Pochi anni dopo, due ginecologi tedeschi, Kehrer e Sanger, svilupparono il cesareo conservativo, con sutura della ferita interna e taglio operato nella parte inferiore dell'utero, meno vascolarizzata e quindi meno a rischio. Dal Novecento in poi questa tecnica è arrivata fino ad oggi, e con lo sviluppo della microbiologia e la scoperta degli antibiotici il cesareo è diventato un intervento sicuro, con percentuali di rischio molto basse.


Un po' saggio, un po' biografia del dottor Porro, il libro incuriosisce molto ed è sicuramente un'opera che loda l'eccellenza della chirurgia italiana e Pavia in particolare. Ha il difetto di essere, dato l'argomento, un po' per stomaci forti: in certi punti, è doloroso. Ma nonostante questo è un bel libro.

Soprattutto fa capire quanto poco dista il nostro tempo dal 1876 (in termini di storia è un niente) e quanto invece ne disti lo stato di salute e sociale dell'uomo e della donna.







Link correlati:- Una pagina ben fatta e dettagliata sulla storia del cesareo la potete trovare in questo articolo sulle origini del cesareo che è tratto dal sito dello studio medico Alessandro Livi ed è molto valido anche dal punto di vista storico.

- Su Google Books trovate un testo interessante su medicina e corpo femminile che tratta anche aspetti ostetrici e storia del cesareo. Il testo si chiama "Corpo medico e corpo femminile: parto, riproduzione artificiale, menopausa" di Franca Pizzini e Lia Lombardi.

- Se vi incuriosisce la storia di James Miranda Barry, qui trovate un piccolo sunto della sua vita, anche se l'articolo dà per scontato quello che non è totalmente sicuro, e cioè che fosse una donna travestita da uomo allo scopo di poter studiare medicina. Questo aspetto è probabile, ma non storicamente certo, e le fonti che riportano la notizia potrebbero essere fake news dell'epoca o riportare in modo non scientifico un caso di ermafroditismo o una forma di travestitismo (sembra che Barry sia stato condannato per condotte omosessuali che potrebbero essere reali in quanto uomo travestito da donna oppure accuse dettate dal fatto che frequentasse uomini essendo biologicamente una donna). La verità storica di queste voci probabilmente non sarà mai dimostrata del tutto.

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