Matilde di Canossa (1046-1115)

Matilde di Canossa, marchesa e duchessa di Toscana, nacque nel 1046, forse a Mantova, anche se alcuni sostengono sia nativa della Toscana stessa.
Donna eccezionale per l'epoca.

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I centri di potere, per fare il quadro, erano: l'imperatore del Sacro Romano Impero in Europa; il regno degli Altavilla nel Sud dell'Italia. Al centro Italia dominava il papato. E nel Nord Italia, piccole città stato o comunque piccoli regni indipendenti, noti alla storia come Comuni, in lotta tra di loro e con l'imperatore.
Matilde nasce nella potentissima famiglia dei Canossa, che governava ampi possedimenti tra Toscana ed Emilia-Romagna e che era imparentata sia con molti nobili germanici sia con il casato papale. Fu educata in modo raffinato e istruita, parlava diverse lingue, una rarità per l'epoca.

Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti

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Ferdinando (detto Nicola) Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono due emigranti italiani condannati ingiustamente negli Usa per rapina e omicidio.
Sacco, di origine pugliese, lavorava in una fabbrica di calzature; Vanzetti, piemontese, svolse vari lavori di fatica a alla fine divenne pescivendolo.
I due si conobbero nel 1916, dopo aver entrambi partecipato a vari scioperi per il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei salari degli operai. Aderirono ad un gruppo anarchico e allo scoppio della prima guerra mondiale, rifiutando di combattere per lo stato che, in quanto anarchici, non riconoscevano, fuggirono in Messico.
Per questo furono inseriti in una lista di agitatori da controllare.
Dopo il ritorno in Massachusetts, il 3 maggio 1920, il loro compagno Andrea Salsedo, siciliano, morì cadendo dal 14° piano di un palazzo del ministero della Giustizia, probabilmente ucciso durante l'arresto da parte di forze di polizia.
Fu organizzato un comizio di protesta per il 9 maggio, ma Sacco e Vanzetti vennero arrestati. Le accuse: detenzione di armi e di volantini anarchici.
Pochi giorni dopo, senza alcuna prova evidente, furono accusati di una rapina a mano armata avvenuta pochi giorni prima del loro arresto, e del contestuale omicidio di un cassiere e di una guardia.


La stele di Rosetta

Tra il 1798 e il 1802, la Francia di Napoleone intraprese la Campagna d'Egitto: una spedizione con l'intento di ridurre l'influenza inglese nel Nordafrica. La spedizione militare fu un fallimento. Ma assieme alla forza di invasione viaggiavano anche 150 studiosi.

Il 15 luglio del 1799, un gruppo di soldati francesi rinvenne, nei pressi di un paesino chiamato Rashid (latinizzato in Rosetta) una roccia di granito alta circa 1 mt, larga quasi altrettanto, e del peso di 760 kg (!). Sulla parte anteriore si notavano dei segni incisi. Il generale a cui venne mostrata capì subito che si trattava di qualcosa di importante e avvertì lo stato maggiore. La stele di Rosetta venne trasferita nella capitale egiziana.


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Tra storia e letteratura: Erasmo da Rotterdam



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Il 12 luglio del 1536 a Basilea moriva Erasmo da Rotterdam (nome esatto Geert Geertsz, da lui stesso poi latinizzato in Desiderius Erasmus; nato nel 1466 o nel 1469 a Rotterdam, appunto).

Figlio di un prete e di una donna del popolo, fu praticamente obbligato a prendere i voti monastici e in seguito fu consacrato sacerdote. La sua passione era lo studio, ma ben presto l'amore per la poesia e l'indipendenza (non tanto di vita morale, pare fosse uomo morigerato e molto topo di biblioteca; quanto di spirito indipendente daille scuole di pensiero del momento) lo allontanarono dall'ambiente culturale monastico e si recò a Parigi per studiare teologia. Qui ebbe una reazione totalmente negativa nei confronti della filosofia imperante, che classificò come sciocca e ottusa (disse dei filosofi scolastici che "vorrebbero parlare di sillogismi anche a San Paolo in persona, e pretenderebbero pure ragione"); nel suo percorso di studi riscoprì i padri della Chiesa, per comprendere alcuni dei quali decise di prendere lezioni di greco a sue spese, per essere in grado di leggere di persona e non adeguarsi piattamente alle interpretazioni scolastiche successive).

16-17 luglio 1918: Morte dell'ultimo zar Nicola II e della sua famiglia


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Una delle esecuzioni più feroci della storia, che infatti è stata adeguatemente nascosta dal governo dell'epoca, creando un alone di mistero che è stato dissolto solo di recente.
Lo zar Nicola II è stato descritto come un uomo sanguinario dalla propaganda bolscevica, ma in realtà pare che fosse abbastanza inesperto del governo del paese e che il suo più grande difetto fosse proprio il non essere capace di prendere decisioni autonome e tempestive, troovandosi a dipendere da consiglieri non sempre intelligenti e disinteressati. Famosa la figura del monaco, mistico e politico Grigorji Efimovic Rasputin, che ebbe molta influenza sulla zarina, e di conseguenza sul governo del paese. 
Proprio come Luigi XVI in Francia, i re che sono caduti sotto le rivoluzioni hanno pagato con la morte gli errori dei padri, vista la loro relativa mitezza di carattere. L'unica sua decisione autonoma, e sorprendente visti i tempi, fu il matrimonio con la granduchessa Alessandria d'Assia, figlia di un granduca tedesco e della principessa Alice del Regno Unito, quindi nipote della regina Vittoria d'Inghilterra; matrimonio avvenuto, pensate un po', per amore e contro i numerosi tentativi di boicottaggio da parte dei regali genitori che non desideravano parentele tedesche.