Tra storia e letteratura: Erasmo da Rotterdam



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Il 12 luglio del 1536 a Basilea moriva Erasmo da Rotterdam (nome esatto Geert Geertsz, da lui stesso poi latinizzato in Desiderius Erasmus; nato nel 1466 o nel 1469 a Rotterdam, appunto).

Figlio di un prete e di una donna del popolo, fu praticamente obbligato a prendere i voti monastici e in seguito fu consacrato sacerdote. La sua passione era lo studio, ma ben presto l'amore per la poesia e l'indipendenza (non tanto di vita morale, pare fosse uomo morigerato e molto topo di biblioteca; quanto di spirito indipendente daille scuole di pensiero del momento) lo allontanarono dall'ambiente culturale monastico e si recò a Parigi per studiare teologia. Qui ebbe una reazione totalmente negativa nei confronti della filosofia imperante, che classificò come sciocca e ottusa (disse dei filosofi scolastici che "vorrebbero parlare di sillogismi anche a San Paolo in persona, e pretenderebbero pure ragione"); nel suo percorso di studi riscoprì i padri della Chiesa, per comprendere alcuni dei quali decise di prendere lezioni di greco a sue spese, per essere in grado di leggere di persona e non adeguarsi piattamente alle interpretazioni scolastiche successive).




Il suo ruolo fu quello del "cristiano umanista", nel tentativo di conciliare il messaggio evangelico con la filosofia soprattutto greca e con l'umanesimo di stampo rinascimentale proveniente dall'Italia. In tutto questo una critica feroce alle apparenze e al lusso della chiesa cattolica, e una analisi profonda del nuovo testamento, soprattutto delle Lettere di San Paolo, aprirono la porta a delle interpretazioni alquanto rivoluzionarie ("vorrei che tutte le donnicciole potessero leggere" il Nuovo Testamento; critica alle indulgenze e alla corte papale del papa-guerriero Giulio II; rapporto diretto uomo-Dio che passa per il primato della coscienza piuttosto che per la mediazione della Chiesa, per cui arriverà a dire paradossalmente che se un cristiano ha un rapporto stretto e diretto con Dio potrebbe anche in teoria non andare a Messa ed essere lo stesso un buon cristiano).

Qualcuno sostiene che siano stati i suoi studi a dare il primo vero impulso alla riforma protestante. Ma quando Lutero affisse le sue tesi e riuscì a trovare sponda politica, Erasmo rifiutò di seguirlo. Egli non condivise le teorie quasi deterministiche di Lutero sul libero arbitrio, che è poi la differenza fondamentale tra luterani e cattolici (i riformatori infatti paiono quasi sfociare nella teoria della predestinazione: visto che S. Paolo dice che siamo salvi per grazia e non per le opere, è Dio che sceglie chi salvare o no; ne consegue che, se sei buono e hai successo nel mondo, Dio è con te, altrimenti vuol dire che sei peccatore e non c'è salvezza; idea che poi troverà manifestazione nella dottrina calvinista, che molto aiutò lo sviluppo economico, in quanto sosteneva che se un uomo era ricco aveva il favore di Dio, in contrasto alla mentalità medioevale secondo cui chi guadagnava era maledetto).

Inoltre Erasmo trovò molto pericoloso, pur essendo un fervente monarchico, l'appoggio politico che Lutero ebbe da alcuni principi tedeschi in chiave unicamente di loro vantaggi temporali. La curia romana poteva essere un male, ma lo erano anche i re e i principi che tentavano di tirare per la giacca l'appena nata riforma religiosa. Erasmo credeva nella possibilità di riformare dall'interno il cattolicesimo, e formalmente non smise mai di essere cattolico. Lutero lo accusò di vigliaccheria e divenne inviso ai luterani.

Il nuovo papa Paolo III, probabilmente sempre con intenti "manipolatori" gli offrì la carica di cardinale. Ma Erasmo, che come beni aveva solo i compensi da precettore e una piccola rendita da un beneficio parrocchiale inglese nel Kent (il nulla in confronto a una rendita cardinalizia dell'epoca), rifiutò. Da qui a diventare inviso anche ai cattolici, il passo fu breve. Infatti le sue opere finiranno tutte nell'Indice dei libri proibiti.

Erasmo è stato un uomo di afflato europeo (di residenza, nell'ordine: olandese, parigino, italiano, inglese, svizzero) ed è stato uno dei più grandi nemici del dogmatismo e dell'intolleranza religiosa. Grande amico di Thomas More, viene ricordato meno dei martiri del pensiero, ma la sua morte, senza grandi ricchezze, disprezzato da entrambe le fazioni in lotta, non è poi così lontana, per la sua solitudine, daI patibolo, specialmente per un uomo che aveva messo al centro della sua vita lo studio, la fede, la tolleranza, il ripudio della guerra e della violenza.


Frontespizio Adagia del 1508. "Erasmus Adagia" di Erasmus - http://farm4.static.flickr.com/3442/3312972115_d58a1e5c01.jpg. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Erasmus_Adagia.jpg#/media/File:Erasmus_Adagia.jpg



I suoi libri sono poco moderni come stile, per chi non si interessa di tematiche religiose, storiche o filosofiche, ma tenendo conto dell'epoca in cui sono stati scritti, appaiono ancor più che rivoluzionari. E' famosissimo l'Elogio della Follia, ma non è la sua opera più bella. Se mai aveste voglia di leggere un classico, leggete gli Adagia. Sono dei commenti a proverbi e modi di dire dell'antichità in cui le idee progressiste di Erasmo si dispiegano in modo dirompente.

Fu anche precettore di ragazzi nobili e in proposito sviluppò tutta una pedagogia di tipo umanistico molto moderna, in cui si considera fuori luogo la punizione e l'umiliazione dell'alunno (in particolare nel De pueris statim ac liberaliter instituendis del 1530, trad. "Per una libera e precoce educazione dei ragazzi").



Erasmo da Rotterdam a mio parere, con il suo desiderio di convivenza pacifica, con il suo tentativo fallito di conciliare riforma e controriforma in nome di Cristo, frustrato da un secolo che non lo ha capito, è uno dei padri della cultura europea.





Link correlati:


- La voce della Treccani su Erasmo.


- Citazioni dalle opere di Erasmo su Wikiquote.


- Intervista a Eugenio Garin su Erasmo

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