Il 15 luglio del 1799, un gruppo di soldati francesi rinvenne, nei pressi di un paesino chiamato Rashid (latinizzato in Rosetta) una roccia di granito alta circa 1 mt, larga quasi altrettanto, e del peso di 760 kg (!). Sulla parte anteriore si notavano dei segni incisi. Il generale a cui venne mostrata capì subito che si trattava di qualcosa di importante e avvertì lo stato maggiore. La stele di Rosetta venne trasferita nella capitale egiziana.
"Rosetta Stone" di © Hans Hillewaert. Con licenza CC BY-SA 4.0 tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rosetta_Stone.JPG#/media/File:Rosetta_Stone.JPG |
La stele risale al 196 a.C ed era probabilmente appartenente a un villaggio dell'interno; doveva essere più grande in origine. Probabilmente conteneva un decreto del faraone Tolomeo V Epifane (pare a favore della classe sacerdotale), scritto su una enorme pietra innalzata su un basamento; poi, dopo il crollo dell'ultima dinastia egizia, i Tolomei, la lastra fu spezzata e riutilizzata come materiale di recupero per nuove costruzioni (come è successo anche da noi nel Medioevo, con il Colosseo saccheggiato per fornire marmo alle ville e alle chiese delle ricche famiglie romane).
Perché è stata importante? Perché la conoscenza della scrittura geroglifica era ormai andata persa e nessuno era più in grado di decifrarla. La stele, riportando lo stesso brano in geroglifico, greco antico e demotico (lingua sempre egiziana ma più semplice, usata dal popolo al posto del geroglifico che era adoperato ormai solo dagli scribi), dava la possibilità di comparare le tre versioni e quindi di decifrare i simboli allora sconosciuti della scrittura egizia; una specie di legenda-vocabolario su pietra.
La Stele, dopo la fine delle ostilità avvenuta nel 1801 con la vittoria inglese, finì al British Museum come bottino di guerra, e a tutt'oggi è rimasta lì, nonostante l'Egitto abbia chiesto di poterla riavere.
Per la sua decifrazione, fu guerra di cervelli tra l'inglese Young (che riuscì per primo a identificare il nome del re Tolomeo) e il giovane studioso francese Jean-Francois Champollion. La spuntò quest'ultimo, talmente ossessionato dal geroglifico da imparare molte lingue antiche orientali sperando di trarne delle similitudini con l'antica lingua: studiò il sanscrito, il persiano, l'aramaico, il copto.
La sua intuizione fondamentale fu proprio la comparazione della stele con la lingua copta (che è l'antica lingua di origine egizia del gruppo etnico dei copti, cristiani tuttora numerosi in Africa; il demotico però nello scritto utilizza i caratteri dell'alfabeto greco antico); questo confronto gli consentì di scoprire che il geroglifico era composto sia da fonemi (simboli che indicano suoni, come le nostre lettere dell'alfabeto) sia da ideogrammi (simboli che disegnano un oggetto, una azione, un concetto e non un suono). Nel 1822 in una lettera riuscì per la prima volta a buttare giù un alfabeto egizio e l'antica lingua poté di nuovo essere letta e capita, dopo 3000 anni.
Link correlati:
- Le pagine wikipedia che riguardano la Stele di Rosetta e Jean-Francois Champollion.
- Un documentario del 1996 della A&E television, audio in italiano
-Il sito del British Museum, in inglese ovviamente. Se masticate la lingua inglese trovate schede, audio e video. Basta digitare "rosetta"nell'apposito campo.
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