Maria Antonietta di Asburgo-Lorena (2 novembre 1755-16 ottobre 1793)

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Maria Antonia Josepha Johanna von Habsburg-Lothringen è una delle figure più conosciute e allo stesso tempo meno comprese della storia.

Quindicesima e penultima figlia della grande imperatrice Maria Teresa d'Austria (prima e unica donna ad ereditare il comando dell'impero asburgico, anche se formalmente risultava come consorte) e dell'imperatore Francesco Stefano di Lorena, fu tra i tredici figli che sopravvissero all'infanzia. Da piccola contrasse il vaiolo in forma lieve, fatto che le permise di risultare immune da una delle più gravi malattie dell'epoca. La madre era direttamente impegnata nel governo del paese e mentre riuscì a seguire l'educazione dei primogeniti più da vicino, gli ultimi figli, tra cui la nostra Maria Antonia (il diminutivo le sarebbe stato affibbiato in Francia) divisero ben poco la vita con lei. La futura regina di Francia crebbe con una istitutrice che le diede affetto di madre e le consentì di vivere serenamente, senza troppi vincoli di etichetta, e studiando ben poco. Le sue maniere erano educate ma vivaci, era fornita di buona intelligenza ma non era incline allo studio, suonava bene ed era famosa per la sua grazia e per la sua abilità soprattutto nella danza. Se fosse nata ai giorni nostri, forse sarebbe una prima ballerina.





Maria Teresa, dopo la morte del marito nel 1765, divenne sempre più esigente coi figli minori, che da piccoli erano stati lasciati liberi di crescere senza troppe preoccupazioni. Finì per essere sì amata ma soprattutto temuta dalla figlia. Ben presto iniziò una politica di alleanze matrimoniali a cui sacrificò letteralmente le ultime tre figlie. Maria Amalia e Maria Carolina si sposarono con il duca di Parma e con il Re delle Due Sicilie.
Maria Antonia divenne lei stessa pedina di scambio di un progetto ambizioso: legare a sé la Francia, che era sempre stata acerrima nemica dell'Austria, contro le politiche di Prussia e Inghilterra. La ragazza, dotata di una notevole bellezza, dovette a spron battuto mettersi a studiare la lingua francese e fu costretta a prepararsi per vivere la sua futura vita in un ambiente del tutto differente. La ragazzina dimostrò comunque di apprendere abbastanza velocemente. Annunciato il fidanzamento nel 1769, le nozze avvennero per procura l'anno successivo. I due sposi si erano visti solo in ritratto, e i ritratti erano stati ovviamente abbelliti. 
A soli 15 anni la delfina di Francia, che aveva ufficialmente assunto il nome di Marie Antoinette, partì da Vienna per non farci mai più ritorno. Il protocollo prevedeva che niente e nessuno della sua vecchia vita la seguisse. Dovette cambiarsi d'abito durante il viaggio, in una location appositamente designata, e ci si aspettava da lei che divenisse totalmente francese; mentre la madre, privatamente, le aveva raccomandato di restare tedesca. Sperava infatti che il suo ruolo le permettesse di guidare il futuro re anche nelle vicende politiche, con un occhio di riguardo al paese natale della moglie.

Ma Maria Antonietta, oltre alla giovane età, aveva anche un carattere diverso di quello della madre, che aveva governato per anni un grande impero. Da piccola era sempre stata accudita e lasciata libera,  aveva potuto occuparsi solo di ciò che le piaceva, e si era potuta permettere la noncuranza e una certa dose di superficialità. Improvvisamente si trovò alle prese con persone sconosciute, di altra lingua e altra tradizione, con un'etichetta rigidissima, e con una corte che fin dall'inizio la disprezzò ("l'austriaca").
Inoltre, l'incontro con il marito fu piuttosto negativo. Abituata ad essere considerata bella, dovette rassegnarsi ad essere moglie di un ragazzo bruttino, grasso e goffo, che si interessava a molte cose ma non alle sue fattezze. Non c'era chiaramente amore o ammirazione, ma solo un matrimonio di convenienza. La prammatica della corte inoltre all'epoca era particolarmente invasiva, per cui le vicende private della coppia dovevano essere pubbliche. La corte fu presente al momento in cui entrarono nel giaciglio per la prima notte insieme, come fu presente al parto della primogenita.

Che fosse per la giovane età, per avversione, disinteresse, per blocchi psicologici dovuti all'educazione bigotta, per l'invadenza del protocollo, il futuro Luigi XVI non consumò il matrimonio per ben sette anni. Maria Antonietta fu aspramente attaccata per questo, non solo alla corte francese, ma da sua madre stessa, che le scrisse in termini molto duri e le mise alle calcagna due informatori che le riportavano le confidenze della figlia a sua insaputa. 
La giovane delfina, su invito stesso del marito, che credeva di compensare le sue mancanze con le concessioni, iniziò a vivere nel lusso e nei divertimenti, dimostrando un carattere testardo e capriccioso, che ben presto le inimicò la nobiltà di corte. Famoso l'episodio che la oppose alla favorita del re, Madame Du Barry, alla quale non rivolse parola per diversi mesi, irritando particolarmente lei e di conseguenza il suocero, perché riteneva la loro relazione immorale, e alla quale alla fine fu costretta a parlare dalle lettere preoccupate e dai severi rimproveri della madre. Questa costrizione la fece diventare ancora più orgogliosa.

Nel 1774, il re Luigi XV morì a causa del vaiolo e Luigi XVI gli succedette; Maria Antonietta divenne regina all'età di 18 anni. Come ebbe a predire sua madre in una lettera, "i suoi bei giorni erano finiti".
La Regina di Francia era tenuta ad una etichetta ancora più rigida, e certi comportamenti (spese folli in vestiti, acconciature, anche in architettura dato che il marito le aveva donato il Petit Trianon, un edificio tutto per lei che aveva fatto ristrutturare in stile neoclassico) erano malvisti, e lo erano ancora di più in quanto straniera. Iniziò in quel periodo la pubblicazione di libelli satirici e infamanti sulla regina, con notizie completamente infondate, e che accrebbero pian piano l'odio anche da parte del popolo, le cui condizioni di vita stavano rapidamente peggiorando a causa delle guerre e del pessimo stato delle finanze. Veniva accusata, oltre che di sperpero, di avere molti amanti, uomini e donne, per consolarsi dell'impotenza del marito. Questi libelli ebbero una diffusione e un'influenza impensabile sul popolo e di conseguenza sul suo futuro destino durante il periodo rivoluzionario. 

Alla fine, nel 1777, dopo una visita del fratello, divenuto Giuseppe II imperatore d'Austria, Maria Antonietta e Luigi XVI riuscirono con il suo aiuto a riavvicinarsi e a consumare il matrimonio. La madre e l'ambasciatore cercarono di manipolarla in molte occasioni per indurre il re a prendere posizioni favorevoli all'Austria, ma Luigi XVI non considerò mai il parere della consorte nelle decisioni politiche e anche Maria Antonietta non si trovava a suo agio in questo ruolo. Ciò nonostante, fu accusata anche di avere intenzioni filoaustriache, anche se mai una sola decisione favorevole alla sua patria fu presa durante il suo regno, a parte il versamento di una discreta somma di denaro durante un conflitto armato austro-olandese. 
La pessima reputazione della regina si diffuse anche grazie all'amicizia con la contessa De Polignac, una delle poche donne a darle affetto nella corte, e che riuscì in tal modo a fare carriera e a ottenere incarichi per la sua famiglia, e che adulava e sollecitava la regina alle spese più pazze. Ella ormai preferiva vivere al Petit Trianon, fuori dalla corte, dedita ai propri lussi, e questo ovviamente favorì di nuovo gli intrighi contro di lei, che veniva accusata di una eccessiva indipendenza.

Dopo il riavvicinamento con il marito, Maria Antonietta diede alla luce quattro figli più un aborto spontaneo a gestazione avanzata nel 1783 che le causò non pochi problemi di salute. La primogenita, unica della famiglia reale a sopravvivere dopo la rivoluzione, fu Maria Teresa Carlotta, nata nel 1778, che una volta liberata, dopo la Restaurazione fu accolta in Austria dai parenti materni. Seguirono il delfino Luigi Giuseppe, nato nel 1781 e morto a soli otto anni per una tubercolosi ossea; il futuro re Luigi Carlo, nato nel 1785, dai realisti considerato Luigi XVIII ma che mai salì al trono, separato dalla madre durante la detenzione in carcere e affidato a uno dei rivoluzionari, alla fine murato vivo in una cella in cui morì per le privazioni a soli 10 anni. L'ultimogenita Sofia Elena Beatrice, nata nel 1786, morì a solo un anno di tubercolosi e non vide la fine della propria famiglia.

Con la maternità e la maturità il carattere di Maria Antonietta pian piano si smussò. La regina parve rinunciare del tutto ad essere infiltrata politica per l'Austria, cominciò a comprendere gli eccessi della propria condotta, si allontanò progressivamente dalla Polignac e si dedicò ai bambini.
Ma era ormai troppo tardi per risollevare la sua figura davanti alla vecchia nobiltà e al popolo. Nuove ondate di libelli la accusavano di aver avuto i figli da inesistenti amanti e di lesbismo.
A ciò si aggiunse il famoso affare della collana: un gioiello costosissimo che fu sottratto dalla contessa de La Motte utilizzando come tramite il cardinale De Rohan, tra l'altro inviso alla regina perché antiaustriaco, a cui fu fatto credere che l'avesse ordinato la regina stessa, mentre Maria Antonietta non sapeva niente dell'accaduto.
Due gravi errori commise: quello di aver distrutto la prima lettera in cui gli si richiedeva il denaro per la collana, che lei ritenne uno sbaglio, e quello di aver preteso un giudizio pubblico, sicura di essere dalla parte della ragione. Non immaginava, la figlia di Maria Teresa, che il giudizio del popolo su di lei potesse essere tanto negativo da considerarla responsabile di qualcosa che non aveva commesso. Il parlamento assolse il cardinale De Rohan, che era stato raggirato dalla De La Motte, contro il parere della corona, che ne chiedeva la condanna per lesa maestà. La contessa fu imprigionata e marchiata a fuoco. Il cardinale fu esiliato lo stesso per ordine del re, ma la Corona continuò a essere considerata colpevole dell'accaduto e in malafede.
Da quel momento Maria Antonietta comprese che era necessario uno stile di vita ancora più sobrio.
Ma era una consapevolezza ormai inutile.

Negli ultimi anni prima della rivoluzione ella contribuì in modo più diretto al governo del paese, che stava affrontando una gravissima crisi finanziaria, dovuta anche al clima invernale che tra 1788 e 1789 causò una gravissima carestia. Ma la sua idea di assolutismo era inconciliabile con gli ideali rivoluzionari: vissuta all'ombra di Maria Teresa, che comandava da monarca perfino sui figli, non poteva ammettere nessun valore al parlamento e fino alla morte non capirà i germi di bene che potevano emergere dall'ideale democratico, che per lei restò sempre un assurdo.

Con lo scoppio della Rivoluzione nel 1789, la famiglia reale fu obbligata agli arresti domiciliari alle Tuileries. La vita della regina era diventata semplice e ritirata, dedicata solo ai figli, ma nemmeno adesso andava bene: venne considerata fredda e distante. Il re rifiutò sempre di accettare la Costituzione.
Nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1791 avvenne l'unico tentativo di fuga che fu realizzato nella pratica, verso i Paesi Bassi a controllo austriaco, ma la famiglia reale fu riconosciuta e bloccata a Varennes. Fu il colpo di grazia. Se già la famiglia reale era considerata un pericolo per la Francia, adesso lo era ancora di più. Una fuga riuscita avrebbe significato ricompattare i monarchici, non avere più ostaggi da esibire, aiuto militare da altre nazioni. Fu deciso quindi, ancora prima del processo, che i re dovessero morire.

In quella fuga pare abbia avuto un ruolo importante il conte svedese Hans Axel von Fersen, che molte fonti, probabilmente a ragione, danno per amante della regina. Amante sui generis, nel senso che molto probabilmente fu un amore platonico o quasi. Il conte visse a lungo in Francia, conobbe la giovane principessa a un ballo e frequentò spesso la corte. Non si sposò mai, e dalle lettere scambiate tra i due pare emergere un legame molto forte. Morì nel 1810, proprio il 20 di giugno, anniversario della fuga a Varennes, linciato dalla folla, impegnato come in gioventù nel difendere gli ideali monarchici.

Dopo la fuga la famiglia reale fu condotta nel carcere della Torre del Tempio. Qui marito e moglie vissero gli ultimi momenti, se non con amore con affetto evidente. Luigi XVI fu condannato a morte e ghigliottinato il 21 gennaio 1793. Maria Antonietta rimase chiusa nella Torre assieme ai due figli e alla cognata. Poco dopo le fu sottratto il figlio maschio, con lo scopo di impedire ai monarchici di rivendicare il trono a suo nome. Uno dei pochi ferventi monarchici che non aveva lasciato il paese, il generale De Jarjayes, progettò vari tentativi di fuga, ma l'unico realizzabile per la regina prevedeva purtroppo l'abbandono dei figli e della cognata, cosa che ella rifiutò categoricamente. 

Il 14 ottobre iniziò il processo per alto tradimento e incesto. L'accusa fu talmente infamante su quest'ultimo argomento che le donne del popolo presero le parti della regina e Robespierre ebbe a lamentarsi molto con l'autore dell'accusa, l'estremista Hebert, per il rischio di dare un vantaggio a quella che ormai era chiamata vedova Capeto (Luigi Capeto era il nome di Luigi XVI da privato cittadino).

Il 16 ottobre Maria Antonietta fu ghigliottinata in Place de la Revolution. Famoso lo schizzo del pittore David che la ritrae poco prima della morte, vestita di bianco, con le mani legate, i capelli tagliati in modo rozzo, ma sempre impettita e fiera.

By Jacques-Louis David - Unknown, Public Domain,
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I resti suoi e del marito furono seppelliti in una fossa comune, e furono ritrovati su incarico del fratello di Luigi XVI, che era diventato re Luigi XVIII, nel 1815, e trasferiti a Saint-Denis, dove tuttora c'è il monumento funebre a loro dedicato.

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Con la Restaurazione, quella che era stata la regina malvagia divenne la regina martire e fu pianta da tutte le monarchie europee. 
Ovviamente, nessuna delle due opinioni era in sé corretta.
Maria Antonietta era una donna che dovette fin da giovane rinunciare a se stessa, per volere della madre stessa, e che fu martire forse più di questa scelta che della Rivoluzione successiva. Dalle testimonianze emerge una ragazza infelice, circondata da forze più grandi di lei, da invidia, da nessun affetto. La sua lenta maturazione dimostra che non era una donna totalmente incosciente, ma avrebbe avuto bisogno di una guida che le insegnasse a gestire il suo ruolo. Quando fu in grado di farlo da sola, ormai la situazione era irrecuperabile e i suoi errori di giudizio nacquero probabilmente proprio da quella testardaggine che tante volte gli era stata rimproverata, dall'impossibilità che una figlia di Maria Teresa d'Austria potesse sottomettersi ai voleri di un popolo qualsiasi. La lettura della sua biografia mi lascia l'impressione che sia stata punita con estrema severità per i suoi errori.

Ovviamente, il nostro mondo non sarebbe quel che è senza gli ideali della Rivoluzione Francese. C'è da dire però che la rivoluzione, quando accade, non fa distinzioni. Porta via tutto, sommerge ogni cosa. Questo perché in genere non rimane spazio per riflessioni o distinzioni di sorta. Onore quindi a quegli ideali, ma senza dimenticare che certe accuse alla regina di Francia sono state costruite ad arte, ed erano totalmente illogiche e false, atte solo a sollevare il popolino contro i propri sovrani. 
Nell'era delle bufale, della diffamazione e del bullismo via internet, possiamo notare come anche allora ci fosse chi metteva in giro notizie false, che in prima battuta potevano apparire scherzi salaci e innocui, ma che alla lunga hanno portato l'opinione pubblica a farsi un'idea alquanto demoniaca della famiglia reale, contribuendo quindi al successo della parte politica più estremista da cui poi scaturì il successivo periodo del Terrore, che aprì le porte alla restaurazione provvisoria e alla definitiva nascita degli stati costituzionali in Europa, nel secolo successivo.

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- La biografia più completa di Maria Antonietta rimane quella scritta nel 1932 da Stefan Zweig. Un libro che analizza le fonti con accuratezza e che per primo ci ha aiutato a riscoprire la Maria Antonietta privata, e a liberarla con oggettività dalle etichette di strega e di martire in cui era stata confinata. Stefan Zweig, Maria Antonietta - Una vita involontariamente eroica, Verona, Mondadori, 1948. Esiste anche in versione ebook.

- Un'opera d'arte un po' particolare che si ispira direttamente al testo summenzionato di Zweig e che lo segue molto da vicino, tanto che l'autrice si è meritata la Legion d'Onore francese per aver contribuito a diffondere la storia francese nel mondo, è il fumetto (manga) giapponese "Versailles no bara", in italiano "La rosa (o le rose) di Versailles", scritto da Riyoko Ikeda nel 1973 e più noto alla maggioranza per essere stato trasposto in anime con il titolo di Lady Oscar. Il manga in particolare è vicinissimo alla storia vera, pur con alcuni ovvi adattamenti alla finzione.

- Uno degli storici che ha affrontato le rivoluzioni di fine Settecento e Ottocento è stato E. J. Hobswam, nel suo libro L'età della rivoluzione (1789-1848). Grande studioso dell'epoca, nel testo analizza le due rivoluzioni, francese e industriale, e i loro legami.






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